06/11/17

La felicità di essere onesti con noi stessi

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Qualche tempo fa mi è stato detto che sono fatta al contrario. Nulla di più vero.

Fino ai 26 anni sono stata dotata di giudizio e buonsenso. Avevo ritmi umani, una dieta regolare e rigida. Andavo in palestra regolarmente. Avevo degli obiettivi. Avevo delle tempistiche da rispettare. Oggi, alla veneranda età di 30 anni sono:
  • Sregolata (nel mangiare e nel vivere in generale)
  • Disinibita (nel fare un sacco di cazzate che prima forse avrei evitato)
  • Contraddittoria (credo di cambiare idea almeno 5 volte al giorno)
  • Combattente nelle cause perse
Ma mi preferisco cosi. Sono meno pretenziosa e vivo più serenamente sotto certi aspetti.
Seguire continuamente canoni rigidi stava diventando troppo impegnativo e non ho più energie da buttare via in cose di cui, fondamentalmente, non me ne frega un cazzo.

Cerco di darmi delle mete da raggiungere, quello si, ma mi sono resa conto che per ora, per come sono fatta adesso, per come vivo la vita in questo momento, è meglio per me evitare di pianificare qualcosa. Non ne sono in grado. Non sono proprio in grado di mantenere la mia parola. Non tanto per mancanza di voglia, ma per mancanza di tanti aspetti che mi impediscono di essere coerente. Io per prima detesto essere incoerente, ma in questo momento storico del mio percorso non posso farci niente.

Qualche mese fa avevo deciso di prendere la palla al balzo e andarmene. Avrei abbracciato il Cairo come mia città base e avrei cercato di impegnarmi a studiare questa dannata lingua per la quale sto spendendo energie, tempo e denaro (soprattutto denaro). Ma le cose non vanno mai come vorremmo e sono dovuta scendere a dei compromessi con me stessa. Un pò anche per delle occasioni che si sono presentate che hanno cambiato tutto i miei piani, fatto sta che sono ancora qui a vivere la giornata.

Ma anche se sono un pò più fancazzista di prima non significa che io abbia perso i miei obbiettivi. Ci sono sempre quelli. I sogni, quelli nel cassetto. Quelli irrealizzabili.
Forse ho cominciato a vivere più serenamente perché non ho più fretta o foga di arrivare ad un dunque. Ogni volta che scelgo una meta mi perdo almeno cento volte e lo faccio sia nella vita che nella realtà quotidiana. Io mi perdo. Mi perdo sempre e non c'è volta che io non consulti google map per raggiungere una destinazione qualsiasi.
Perché non so mai da che parte devo andare e credo sia anche uno dei motivi principali per cui non riesco a raggiungere i risultati sperati. Ma sapete cosa? Chissene frega.
Non è scritto da nessuna parte che io debba arrivare ad un dunque. Anche se me lo sono prefissata. La vita è una e non ho intenzione di dover essere necessariamente coerente per gli altri. Agli altri sinceramente non devo proprio nulla.
Quando si è più giovani ci facciamo un sacco di fisime per amici e famiglia ma arrivati ad un certo punto ti rendi conto che anche gli amici a volte devono passare in secondo piano...anche la famiglia a volte deve accettarti per ciò che sei e per ciò che decidi di fare.

Non vogliatemene, ma credo sia la cosa più vera che abbia mai detto e pensato negli ultimi anni. Si è vero, ho tanti amici e davvero, voglio bene a tutti loro, chi più, chi meno. Mi troveranno sempre (se sono Amici mi troveranno davvero) in caso di bisogno, ma mi sono accorta che forse non ho bisogno io di loro...Almeno, non sempre. 
E questo mi rende da un lato molto forte, dall'altro mi fa sentire un pò una merda.
Non ho più bisogno del parere delle persone ogni volta che dico che vorrei andare in Egitto a vivere per inseguire un sogno. Non tutti a 30 anni desiderano essere accasati, avere dei figli, un matrimonio e una vita regolare...e vi assicuro che questo l'ho capito da poco anche io...
Non mi interessa se mi continuerete a chiedere in eterno se mi sono convertita all' Islam, il perché di certe decisioni, il perché delle mie cause perse.
Io ho smesso di rompere le palle al prossimo e ho cambiato atteggiamento. Prima ero un solo "sparare sentenze" dall'alto del mio piedistallo. Adesso francamente non mi interessa più giudicare perchè sono io la prima che dovrebbe giudicare se stessa e non lo faccio perchè mi sono accettata per come sono. 
Sbaglio? Pazienza!
Chi è senza peccato scagli la prima pietra...
Quindi, ricapitolando, un intero post per dire che non mi interessa se non capite il perchè della mia passione per il mondo arabo, le hijabers, il turbante, gli egiziani....io continuerò a farmi magliette pensando ad un pubblico che non siete voi. Fa niente.
Non venderò? Fa niente.
Non diventerò la FESCION BLOGGER più seguita del mondo? E sto cazzo.
Con amore e affetto.

Sabu

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